Maialetti seducenti

Otto racconti del noto e dell'ignoto.

Col suo linguaggio scintillante e volutamente piatto ed oggettivo, fantasioso o grave o talvolta le due cose insieme, talvolta circospetto e cinico, con una capacità tutta sua di unire humor e invenzione, esploratore della realtà e decifratore del fantastico, l'autore ci sorprende in modo sempre nuovo in ogni suo racconto.


I racconti di Crovatto ci trasportano di peso in un mondo mitico e incantato, e perciò tanto più reale, popolato da strane creature rispondenti ai nomi più svariati, che danzano tenendosi per mano nella gavotta dei ricordi.

 

Gli amici d'isabelle

Livio Crovatto con questo libro ci presenta un'opera che è insieme d'amore, di avventura e, si vorrebbe dire, di meditazione.

Lasciando dietro a sé una traccia conturbante di sottile erotismo, tenerezza e malinconia, tre fanciulle si nascondono fra le righe di due racconti... Testimone della loro fuga e protagonista del loro inseguimento, il narratore analizza con "folle" lucidità apparizioni e sparizioni di questi tre fantasmi, simulacri fin troppo reali di eterne condizioni d'esistenza.

Da un avvincente intreccio di passione e riflessione, questi racconti dalla scrittura ferma ed elegantissima traggono il loro spessore, la loro densità di significati, la loro modulazione musicale e il loro magnetismo poetico.

 

La scalinata di Skerli

La scalinata cui si riferisce il titolo è, nella realtà dei fatti, quella che congiunge la via Giusti con la via del Cisternone - e quindi Roiano con Gretta - passando attraverso l’antico borgo di Skerli, ora in parte abbandonato e alterato nel suo aspetto originario dalle tante moderne costruzioni che hanno preso il posto degli antichi edifici.


La lunga, secolare scalinata è anche la scorciatoia obbligata percorsa quotidianamente da quei ragazzini che da Gretta si recano, come i protagonisti del romanzo, a scuola a Roiano e quindi, in ambito metaforico, diventa un simbolo della fatica e dell’impegno che essi profondono nel crescere, nel maturare, nel salire giorno dopo giorno verso l’età adulta.

 

Verso Venezia

C'è una differenza tra chi intenda preparare un album, un libro fotografico o un'esposizione di immagini su, mettiamo, Tolmezzo – con tutto il rispetto per la simpatica cittadina carnica – e Venezia... nel primo caso il patema consiste nella non scontata possibilità di mettere assieme una quantità sufficiente d'immagini “buone” da proporre;

nel secondo il problema è di tenore opposto: quanto si dovrà togliere e togliere ancora, una volta fatta una scrematura preliminare, per restare entro quella quantità ragionevole di fotografie che non strabordi i limiti standard consigliati per un libro o per una mostra?

Per quanto mi riguarda l'impegno della selezione – il che vuol dire, per la miriade di immagini necessariamente escluse, eliminazione – è molto più gravoso e difficile di quello della ricerca, o della mancanza, che si può sempre colmare col superfluo, se non con il dannoso...

Ecco quindi che la scelta di questo percorso Verso Venezia appare come un itinerario tematico necessario per tener diritta la barra del timone e per evitare il rischio, alla nostra navicella fotografica, di perdersi o di affondare nelle acque della laguna, acque non meno perigliose di quelle dell'aperto mare, capaci come furono in passato di sommergere financo le antiche e gloriose isole di Ammiana e Costanziaca.